Il Consorzio Intesa ha partecipato ad un corso di alta formazione professionale presso Confcooperative Roma con l’obiettivo di favorire la conoscenza delle opportunità ed il potenziale che gli strumenti digitali offrono alle imprese.
“Non c’è più una strategia digitale ma una strategia in un mondo digitale”. Questo è quanto abbiamo appreso e constatato in un corso di alta formazione professionale cui abbiamo partecipato come Consorzio presso Confcooperative Roma. L’iniziativa formativa, realizzata in collaborazione con l’Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione di Confcooperative e con il contributo della Camera di Commercio di Roma, ha avuto come obiettivo quello di favorire la conoscenza delle opportunità ed il potenziale che gli strumenti digitali offrono alle imprese per un migliore posizionamento sui mercati di riferimento. Ci piace ricordare che la nostra Direttrice, Angela Ciardi, è Vicepresidente di Confcooperative Lazio. E ne siamo fieri.
Confcoooperative è la Confederazione Cooperative Italiane ed è la principale organizzazione di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo e delle imprese sociali italiane per numero di imprese, persone occupate e fatturato realizzato.
In un mondo digitale, come di cui sopra, non potevamo perdere l’occasione di formarci e tenerci aggiornati con un corso tenuto da una società leader nel settore del marketing digitale. Diversi sono stati i temi affrontati. In particolare, vogliamo condividere con voi l’appuntamento che ci ha formato sullo “storytelling”, questo sconosciuto.
Cos’è lo storytelling di un prodotto, di un’azienda, di un servizio alla persona o alla comunità? E’ una storia, capace di suscitare emozioni, spiegare i perché, illustrare il come e invogliare l’ascoltatore a cercare il cosa. E’ quello che, sostanzialmente, cerchiamo di fare puntualmente qui, con voi. Cosa distingue lo storytelling da una tradizionale comunicazione pubblicitaria o da una presentazione? Contiene delle emozioni legate alla storia dei servizi e del Consorzio, oltre che dei fatti. Usa i sensi per descrivere il “prodotto”, servizi, nel nostro caso. Mette al centro della storia “il perché“. Crea nelle vostre menti, che ascoltano, un nuovo mondo o una nuova concezione del servizio che offriamo. E’ legata ai valori identitari. Lo storytelling non si basa su una serie di elementi immateriali intrinsechi del servizio, non ha l’obiettivo di convincere ma di coinvolgere.
Cinque “regole” ci hanno suggerito per le nostre storie: partire dal bisogno del nostro pubblico e non dai nostri, decidere chi siamo scoprendo la nostra voce e scegliendo il nostro obiettivo, fare una promessa a chi ci legge e poi mantenerla, parlare per immagini, elevare e non spingere. Infine, ricordare che ogni storia ha i suoi eroi. E noi di eroi ne abbiamo. Eccome.
Poi 7 “archetipi”: vincere il “mostro” (perché c’è sempre un buono, un cattivo, la vittoria del bene sul male), l’ascesa al successo (si pensi al “Piccolo Anatroccolo”), la ricerca di qualcosa o qualcuno, il viaggio e il ritorno, la rinascita, la tragedia, la commedia.
Questo è quanto ci è stato insegnato. Questo è ciò con cui, per l’aspirazione costante di un miglioramento esponenziale, vogliamo e vorremo misurarci. Sempre.
Saremo stati “bravi” fin qui? Ce lo auguriamo. Come pure ci auguriamo di far sempre del nostro meglio.
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