Si sono impegnati, come sempre, utenti,
ragazzi del Servizio Civile e operatrici nel laborioso sforzo di preparazione e
nell’accurata realizzazione per la migliore riuscita di un carnevale
indimenticabile alla “Casa del Sorriso” di Sora, gestita dalla Cooperativa “Sostegno”
con il Consorzio intesa.
ragazzi del Servizio Civile e operatrici nel laborioso sforzo di preparazione e
nell’accurata realizzazione per la migliore riuscita di un carnevale
indimenticabile alla “Casa del Sorriso” di Sora, gestita dalla Cooperativa “Sostegno”
con il Consorzio intesa.
Il carnevale secondo la
tradizione cattolica è il momento che precede l’inizio della Quaresima, un
periodo che deve essere dedicato alla riflessione e al riavvicinamento agli
aspetti sacri della vita in previsione della Pasqua. Nella sfera laica i
festeggiamenti e le tradizioni per il Carnevale richiamano al divertimento,
alla possibilità di vivere alcune giornate in allegria. Quale migliore
occasione del carnevale per offrire l’opportunità ai nostri amici di esprimere
se stessi, la loro vitalità, la loro voglia di vita, la loro contagiosa gioia?
Nei giorni precedenti la festa,
in un laboratorio dedicato, i ragazzi si sono visti impegnati nella
realizzazione di addobbi per abbellire il Centro: mascherine ritagliate,
colorate e impresse su un cartellone, una maschera dai lunghi capelli filanti,
un arlecchino con palline in cartapesta. E le maschere da indossare? Ci siamo
mai chiesti quali valori simbolici nasconda in realtà l’usanza del
mascheramento? Nel corso della storia la maschera ha assimilato differenti
significati ma c’è una cosa che accomuna tutti gli usi di ciascuna cultura, ed
è la perdita dell’identità da parte di chi la indossa. La burla e
trasfigurazione dei potenti sono il copione per eccellenza che sta dietro alle
maschere tradizionali del carnevale italiano (si pensi ad Arlecchino,
Pulcinella, Colombina). Che cos’è la maschera, se non lo svelamento di una
parte di noi stessi che non si può mostrare nell’”ordine” costituito delle
cose? Ecco che, nella nostra cultura, la maschera diviene un altro tipo di veicolo, un mezzo che mette in comunicazione noi stessi con il nostro Sè. La
scelta di una nuova identità diventa paradossalmente uno dei modi di togliersi la “maschera”
che indossiamo tutti i giorni, di uscire pirandellianamente dal “personaggio”
che “abbiamo costruito” e, soprattutto, da quello che gli altri ci hanno cucito
addosso. Quale migliore occasione, oltre che per fare una allegra festa, per i
nostri ragazzi per “esorcizzare la maschera” che la società cuce addosso alla
disabilità? In relazione a ciò, le operatrici hanno dato vita a tante
bellissime mascherine per tutti e dato sfogo a tutta la loro fantasia! Diavoletti,
angeli, grilli parlanti, arlecchini, dalmata!!! Eh sì, perché si farà una gran
festa qui, oggi!
in un laboratorio dedicato, i ragazzi si sono visti impegnati nella
realizzazione di addobbi per abbellire il Centro: mascherine ritagliate,
colorate e impresse su un cartellone, una maschera dai lunghi capelli filanti,
un arlecchino con palline in cartapesta. E le maschere da indossare? Ci siamo
mai chiesti quali valori simbolici nasconda in realtà l’usanza del
mascheramento? Nel corso della storia la maschera ha assimilato differenti
significati ma c’è una cosa che accomuna tutti gli usi di ciascuna cultura, ed
è la perdita dell’identità da parte di chi la indossa. La burla e
trasfigurazione dei potenti sono il copione per eccellenza che sta dietro alle
maschere tradizionali del carnevale italiano (si pensi ad Arlecchino,
Pulcinella, Colombina). Che cos’è la maschera, se non lo svelamento di una
parte di noi stessi che non si può mostrare nell’”ordine” costituito delle
cose? Ecco che, nella nostra cultura, la maschera diviene un altro tipo di veicolo, un mezzo che mette in comunicazione noi stessi con il nostro Sè. La
scelta di una nuova identità diventa paradossalmente uno dei modi di togliersi la “maschera”
che indossiamo tutti i giorni, di uscire pirandellianamente dal “personaggio”
che “abbiamo costruito” e, soprattutto, da quello che gli altri ci hanno cucito
addosso. Quale migliore occasione, oltre che per fare una allegra festa, per i
nostri ragazzi per “esorcizzare la maschera” che la società cuce addosso alla
disabilità? In relazione a ciò, le operatrici hanno dato vita a tante
bellissime mascherine per tutti e dato sfogo a tutta la loro fantasia! Diavoletti,
angeli, grilli parlanti, arlecchini, dalmata!!! Eh sì, perché si farà una gran
festa qui, oggi!
Indossate le maschere si darà
vita ad un un gran ballo! E poi si mangeranno i tipici dolci della cucina
ciociara: frappe, castagnole, struffoli!
vita ad un un gran ballo! E poi si mangeranno i tipici dolci della cucina
ciociara: frappe, castagnole, struffoli!
Non ci resta che immaginarli i
nostri amici, immersi nell’atmosfera goliardica che, siamo certi, riusciranno a
creare! Lanciate i coriandoli in aria, liberate la fantasia, godetevi il carnevale,
amici nostri, e così sia!
nostri amici, immersi nell’atmosfera goliardica che, siamo certi, riusciranno a
creare! Lanciate i coriandoli in aria, liberate la fantasia, godetevi il carnevale,
amici nostri, e così sia!
Scrivi un commento