Un laboratorio culinario in più step, al Centro Diurno per Minori di Lenola, che si è concluso con la realizzazione della pizza a casa di nonna Lina!
Rilancia e raddoppia, durante la pausa delle vacanze scolastiche pasquali, il Centro Diurno di Lenola, gestito dalla Cooperativa “Sostegno” con il Consorzio Intesa! Se nei giorni scorsi bambini ed operatrici hanno canalizzato le loro energie nell’esperienza in una fattoria didattica, ieri hanno messo le mani in pasta ed hanno fatto la pizza!
La pizza. Rotonda, a tranci, a fette, a spicchi, in piedi o a tavola, fuori o a casa, la pizza è tra i cibi italiani di maggior successo nel mondo, e, soprattutto, tra i cibi preferiti dai bambini. Mangiarla è facile, ma farla… Un po’ meno! La vera pizza è alimento, simbolo e rito. Alimento povero e nobile. Disco festoso di pasta, colorato di rosso. La pizza si fa, non si cucina. Nasce povera. Si fa con le mani e con la sola abilità dei palmi delle mani. Ci vuole esperienza. Ad ogni modo, non si son certo fatti trovare impreparati, ieri, i nostri bambini, all’appuntamento cruciale del laboratorio che ne prevedeva la realizzazione con una “maestra” del calibro di nonna Lina!
Il laboratorio ha, infatti, visto più fasi: quella in cui le operatrici hanno presentato ai bambini l’alimento, quella in cui, le stesse, hanno raccontato la storia e leggenda della “pizza delle pizze” ai bambini… La pizza Margherita, e quella in cui, tutti insieme, ne hanno realizzato un cartellone dedicato.
E’ noto, uno dei segreti per la buona riuscita della pizza è la lievitazione… Questo implica un luogo certamente caldo! A questo ha pensato la cara nonna Lina, che ha messo a disposizione la sua accogliente cucina per ospitare bambini ed operatrici. Generosa e benevola come solo una nonna, Lina non si è limitata a condividere la sua casa ma ha condiviso anche la sua sapienza. Sicuro, avrà “spifferato” loro anche il suo “segreto”, c’è sempre un segreto in cucina. Ma a noi, in quanto tale, non è dato di sapere.
Per certo, sappiamo che, distribuiti gli ingredienti sul tavolo, indicazioni fornite, mani in pasta, tempo di lievitare e cuocere… L’allegra compagnia ha degustato un’ottima pizza.
Buona. Ma buona assaje, come direbbero a Napoli, che della pizza è la patria. Quell’assaje che in italiano non si potrebbe tradurre, perché ha dentro troppe cose. In questo caso assaje sta per: collaborazione saggia, entusiasmo della giovinezza, condivisione, gioia, appetito, calore, convivialità, successo.
Silenzio, ora. La bocca è impegnata a mangiare. E il mondo sorride.
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