No! Non puoi farla qui! Chi di noi non ricorda la mitica canzoncina di Pippo Franco?! La diceva lunga riguardo quei bisognini impellenti e fisiologici dei bambini che, per crescere e diventare adulti, bisogna imparare a gestire e controllare. Ma come fare?! Ce lo spiega, con la sua professionale e puntuale collaborazione, una psicologa infantile in un progetto di sostegno alla genitorialità promosso dal Consorzio Intesa, attraverso le consorziate esecutrici che gestiscono gli asili nido. L’ appuntamento prende il nome di “spannolinamento” e questo incontro di cui vi raccontiamo vede protagonista l’Asilo Nido “Trilly” di Broccostella con la presenza delle sue educatrici e di tutti i genitori dei bambini frequentanti… Ma proprio tutti i genitori, perché lo “spannolinamento” è uno di quegli step che nella crescita del bambino un po’ di stress ed ansia da prestazione li crea, allora utile affrontarli non solo con i propri bimbi, ma anche con le educatrici ed i professionisti che pure possono aiutare perché “Una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso”.
Una volta seduti tutti i genitori in circolo a creare un momento di confronto per presentarsi e presentare i propri bimbi, si parte con delle slides che aiutino a capire come salutare il pannolino e accompagnare il bimbo nel proprio percorso di crescita ed autonomia. Le slides che scorrono sul proiettore elargiscono diverse indicazioni. Emerge in primis la competenza del genitore, perché i genitori sono le persone che conoscono meglio i loro figli, che li amano e che li aiuteranno a superare ogni fase della loro vita e per quel che concerne la fase dello “spannolinamento” sono loro che saranno chiamati a giudicare il grado di prontezza del proprio bambino.
Sempre difficile lasciar andare qualcosa, no?! Così è difficile lasciar andare il pannolino, uno di quegli oggetti simbolici che hanno accompagnato il bambino dalla nascita, che il bambino si è ritrovato addosso, che hanno rimandato il bambino a delle routines e a momenti a lui dedicati. Ma lo “spannolinamento” è una fase di crescita del bambino che permette di sperimentare soddisfazione, autoefficacia e accrescimento dell’autostima e permette di acquisire maggiore consapevolezza del proprio corpo e di tutte le sensazioni ad esso collegate. A fare da trait d’union tra il genitore ed il bambino e rendere quanto più facile e veloce il processo di “spannolinamento” sarà la comunicazione, spiega la psicologa, perché è solo ascoltandolo, osservandolo e interagendo con lui che il genitore impara a discriminarne i segnali e i relativi bisogni. Una comunicazione empatica per capire i bisogni del bambino.
La coppia genitore-bambino è resa unica dalla reale disponibilità dei genitori in termini di tempo, ascolto e pazienza e il temperamento del bambino. E’ importante conoscere il temperamento del bambino che è la base biologica del carattere, della personalità che si andrà a formare e che emerge già ai due anni di vita. Quando iniziare?! La puericultura suggerisce tra il secondo ed il terzo anno di vita del bambino ma dal confronto con i genitori affiora e si sa che ognuno ha i suoi tempi; è un apprendimento che si avvia con mamma e papà e poi viene coadiuvato dalle educatrici. Nel confronto tra genitori e terapeuta emerge poi l’importanza della distinzione tra sporco e pulito! Per il bambino sporco vuol dir giocare, lo sporco dell’escremento che viene percepito dal genitore non è innato nel bambino, questa percezione arriva solo dopo una serie di pressioni sociali. Così gli adulti cominciano a dire “è sporco, non si tocca, non si fa”! Invece ci vuole tatto e sensibilità. Ciò che esce dal corpo del bambino, il bambino lo percepisce come suo e quindi guai a “demonizzare” ciò per cui prima gli si diceva bravo ed ora che è sporco, tenderebbe ad allontanare i suoi bisogni e non voler tornare in bagno.
E gli errori da evitare, si chiedono i genitori?! Sono l’ansia da prestazione del genitore, rimettere il pannolino dopo i primi incidenti, togliere il pannolino da un momento all’altro, umiliare il bambino, forzarlo a stare sul vasino o wc, togliere il pannolino in concomitanza di altri eventi. La psicologa lascia i genitori con tre parole chiave: Ascolto (mettersi in ascolto dei propri bambini, bisogni e segnali, osservarli, aiutarli); Pazienza (è un percorso di cambiamento e acquisizione di abilità e competenze, richiede tempo); Rispetto (abbiate rispetto del vostro bambino e del suo livello di maturazione).
Condivise piccole esperienze domestiche riguardo l’argomento trattato, messo in atto un confronto costruttivo, fatto tesoro di nozioni e suggerimenti, i genitori si apprestano a tornare a casa dai loro piccoli con l’augurio della migliore riuscita per questa piccola ma grande liturgia, da fare mano nella mano con quei figli che nascono per mezzo di noi con la forza della vita.
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